When introducing Olaf Olaffson, Harris writes the "scene" as Olaffson looking back on his life as a way of conveying the man's background. The manufactured dialogue is cringeworthy at times, and the bad writing extends to awful metaphors, confusing analogies, and segways that are laughable at best. In broad terms, it's about underdog Sega finding a way to level the playing field with Nintendo, but Harris writes characters so poorly.
I love behind-the-scenes stories, but Harris illuminates them horribly. There was no getting out of it, and I desperately wanted to get out of it. I would have stopped reading it midway, but I had to finish because I had agreed to interview the author, an author who had contacted me personally before I was even sent a review copy (he e-mailed me regarding a news article I wrote about a film adaptation of the book). Fu un conflitto unico e senza esclusione di colpi, che mise fratelli contro fratelli, ragazzi contro adulti, Sonic contro Mario e Stati Uniti contro Giappone! Oltre ad altissimi profitti, generò anche una guerra industriale combattuta su tutti i fronti: dai salotti alle scuole, dagli uffici esecutivi al Congresso. Kalinske non poteva immaginare tuttavia che il successo di Sega gli avrebbe procurato molti nuovi nemici, e soprattutto che avrebbe finito per rendere Nintendo più forte che mai. Le sue tattiche poco convenzionali –insieme all’impegno e alle idee coraggiose del suo team – trasformarono Sega in una compagnia capace di affrontare la rivale Nintendo in una lotta senza quartiere per il predominio del mercato. Sega, invece, era solo una traballante compagnia di giochi arcade dalle grandi aspirazioni: tutto, però, sarebbe cambiato con l’arrivo di Tom Kalinske, ex dirigente Mattel che non sapeva nulla di videogiochi, ma che era in grado di vincere battaglie impossibili. Nel 1990 Nintendo aveva in pratica il monopolio dell’industria dei videogiochi.
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